50 anni di carriera e tanti riconoscimenti per il Socio Senior Claudio Recchia
Riportiamo una bella intervista al nostro caro Socio Senior Claudio Recchia, apparsa nelle scorse settimane sull’ECO RISVEGLIO bisettimanale di informazione. 50 anni di carriera e tanti riconoscimenti. “Quella volta che De Niro mi chiese una foto”. Claudio Recchia, 63 anni, maître verbanese, ha una lunga e prestigiosa carriera alle spalle e ha raccolto in 50 anni di lavoro numerosi prestigiosi riconoscimenti internazionali. Deve tutto, dice, alla sua passione ma anche al sostegno dei suoi familiari, la moglie Franca e le figlie Elisa e Sabrina, che gli hanno permesso di realizzare il suo sogno.
Ha iniziato a lavorare nella ristorazione da ragazzino, come aiuto cuoco e lavapiatti alla Beata Giovannina nel 1973. “Capii da subito - racconta - che questo mondo mi apparteneva e mi iscrissi all'alberghiero di Stresa, i1 Maggia, che mi ha dato basi importantissime. La prima stagione fu al Pesce d'oro di Suna dei gestori Gualdi, poi subito "il salto": partì per l'estero, al Grand Hotel Royal in Francia, poi in Inghilterra e il ritorno in Italia, a Sestriere”. Chiamato per il servizio militare in marina, reparto Comsubin, riprese dopo 18 mesi la sua crescita professionale in Germania e poi in Svizzera, a Locarno, infine a Lugano, dove lavora da 34 anni. Nonostante abbia girato in tutta Europa non ha mai pensato di trasferirsi all' estero: “Sono molto legato al territorio e alla famiglia - racconta - mi fermo a Lugano giusto per lavorare e poi torno nella mia Sassonia”.
L'inizio dei suoi numerosi riconoscimenti è stato con il titolo di "Gran maestro di Amira" (Associazione maître italiani ristoranti e alberghi) a soli 46 anni, poi "Solidus" che raccoglie le più note associazioni del settore ospitalità l'ha eletto Professionista dell'anno, e ancora il Papillon d'oro come miglior maître della Svizzera, il Tartufo d'oro a Gubbio, "Star diamont award" come direttore della ristorazione e guida dello staff dell'esclusivo Villa·Principe Leopoldo di Lugano. L'ultima soddisfazione è molto recente: è stato nominato "Gran maestro della ristorazione" 2023 dalla famosa guida enogastronomica Gault-Millaut Gastgeber des Jahres che rappresenta il riconoscimento più importante nell'hotellerie svizzera. Tutti premi molto prestigiosi. Tra i vari riconoscimenti di cui va orgoglioso c'è anche la partecipazione alla trasmissione "Numero l" su Rai 1 con Pippo Baudo.
Il suo lavoro gli ha consentito anche di accrescere il suo ruolo nella Associazione maîtres italiani ristoranti e alberghi che ha 40 sezione su tutto il territorio italiano, anche a Verbania (il presidente è Valerio Beltrami di Domodossola) e decine all'estero; Recchia è stato prima delegato estero e oggi come Cancelliere dell'Ordine dei Grandi Maestri. «Amira - spiega Recchia - nasce nel 1955 a Milano e attualmente abbiamo 2500 iscritti tra professionisti e aspiranti. Lo scopo è divulgare questa bellissima professione andando nelle scuole e facendo corsi di aggiornamento. Ci occupiamo del mondo dei servizi, organizziamo manifestazioni molto note, come quella di Grado "Le donne e l'arte del flambè" giunta alla settima edizione, "Il maître dell'anno", concorso del quale sono presidente di giuria, e una bellissima manifestazione a Siracusa dedicata ai disabili che lavorano nel nostro settore e si cimentano nel flambè e altre prove pratiche”.
Cosa consiglierebbe a un giovane che vuole intraprendere questa carriera?
“Frequentare una scuola è importantissimo perché dà delle solide basi. Poi serve tanta passione. Qualcuno può pensare che sia un mestiere di ripiego, in realtà dà l'opportunità di viaggiare imparare le lingue, conoscere altre culture, incontrare persone e personaggi. Ogni giorno è una sorpresa: si parla di gastronomia, enologia, è una crescita continua”.
Lei è responsabile del servizio ristorazione a Villa Principe Leopoldo. Cosa comporta?
“Mi occupo del servizio di sala, di cucina con lo chef, del bar col barman e del bistrot col responsabile degli eventi, della banchettistica e degli acquisti. Tutti nel servizio hanno le loro responsabilità, noi abbiamo quella "dell'ultimo miglio": quello che i cuochi fanno, la sala può rovinare e viceversa. Siamo un gruppo, è indispensabile rispettare il lavoro di tutti e valorizzarlo. Io dirigo 50 persone e tutto deve essere in armonia per l'obiettivo finale: accontentare l'ospite. Bisogna essere un po' psicologi col cliente e con i colleghi”.
Le è capitato di dover rimediare a un disastro di qualche collaboratore?
“Tutto può accadere: non si può rimuovere ciò che è successo, ci si scusa, si coccola il cliente, si propone altro con educazione reciproca”.
Nel suo lavoro ha incontrato e servito dei personaggi famosi?
“Molti, dal premio Nobel Dulbecco a Robert Redford, Sofia Loren, Harrison Ford, Ornella Muti, Mina, Celentano, Renato Zero ... E poi tanti calciatori conosciuti”.
Come ci si comporta in questi casi? Niente selfie né gomitate tra colleghi, immagino...
«Assolutamente. Discrezione è la parola d'ordine».
Ha qualche aneddoto?
“Lavoravo a Villa Principe Leopoldo, ricevo una prenotazione da un certo signor Smith che era in vacanza a Villa D'Este che chiede un tavolo in luogo appartato. I miei collaboratori lo fanno accomodare e nell'andare a dare il benvenuto riconosco Robert De Niro. Dopo aver ordinato il pranzo, in perfetto italiano mi chiede se è possibile far visitare le cucine alla giovane figlia che era con lui e che ha una passione per l'arte del cibo. Rimase a bocca aperta quando fu lei stessa, che avevamo fatto vestire da chef, a servire le portate al padre. Parlammo di vini, di cui è gran intenditore, e mi chiese una foto insieme: lui la chiese a me! Infine, mi invitò ad andare a trovarlo a New York».
A questo link, una bella testimonianza rilasciata nell’occasione di un evento sul Lago d’Orta. Il nostro Socio Senior Claudio Recchia ricorda come gli insegnamenti della “Scuola di Stresa” sono stati un faro durante il percorso professionale, soprattutto nei momenti più difficili.
Di seguito alcune foto, anche dall’ archivio, forse la risoluzione non è molto buona, ma quanti bei ricordi nella nostra “Scuola di Stresa”!
