Caffè dell’Amicizia di Marco Cicchelli
Nome e Cognome: Marco Cicchelli
Anno di diploma: 2008
Corso di studi del diploma: Sala e Vendita e Servizi della ristorazione
Sei Socio Senior o Gruppo H: Socio Senior
Vuoi dirci di dove sei originario? Ternate, piccolo paese sul Lago di Comabbio, in provincia di Varese.
Ora entriamo nel vivo dell’intervista:
- Di che cosa ti occupi attualmente?
Sono direttore e socio di un ristorante sul Lago di Garda, presso la località Garda, in un luogo dall’atmosfera magica, lontano dal caotico centro e arroccato su un promontorio che offre una meravigliosa vista sul Lago di Garda. Il locale si chiama “Locanda Perbellini al Lago”, la cui cucina è diretta da Michele Bosco e coordinata dalla creatività e dall’ingegno dello chef Giancarlo Perbellini. È un ristorante adatto a coloro che cercano divertimento e relax, un posto di natura per prendersi “una pausa” dalla vita quotidiana e godersi in piena tranquillità un pranzo o una cena di qualità. La Locanda Perbellini ai Beati è stata una vincente scommessa dello chef Giancarlo Perbellini e la carta del ristorante è un viaggio intorno al Lago e nella storia della cucina italiana, con molte specialità di pesce di mare e naturalmente lacuali. Io conoscevo già da qualche anno Giancarlo, perché ero impegnato nel suo locale “Isola Rizza” due stelle Michelin dal 2009 al 2011, poi nel 2017 ho anche operato in un altro suo ristorante a Venezia da una stella Michelin. Dopo di che un giorno prendendomi da parte mi chiese cosa volessi fare da grande, egli aveva in mente di aprire un nuovo locale sul Lago di Garda e mi disse che gli avrebbe fatto molto piacere avermi come socio e direttore ed io naturalmente accettai. Questo lavoro per me rappresenta il raggiungimento di uno dei miei più grandi obiettivi di vita.
- Una volta finita la scuola, che esperienze hai fatto? Dove hai fatto l’alternanza scuola-lavoro, ti ha aiutato nella professione, hai svolto periodi all’estero?
Subito dopo essermi diplomato, ho svolto un’esperienza di lavoro a “La Casa degli Spiriti” sul Lago di Garda, una stella Michelin, presa quando operavo anche io nella struttura. Poi nel 2009 ho conosciuto lo chef Perbellini e così è iniziato un altro capitolo professionale della mia vita, con “Isola Rizza” 2009-2011 e poi dopo aver svolto altre esperienze professionali, nel 2021 ho iniziato alla “Locanda Perbellini ai Beati”. Ho avuto l’opportunità di svolgere delle esperienze professionali all’estero quando ancora ero studente della Scuola di Stresa. Infatti, al terzo anno grazie al “grande” professor Giovanni Rottoli, che per me non è stato solo un docente ma un vero e proprio mentore che anche oggi sento in me, guidandomi in quello che faccio; ho avuto la possibilità di fare lo stage da un grande maestro: Molinari al “Suvret House” a Saint Moritz, un hotel cinque stelle lusso. Questo mi è stato possibile grazie ad un premio istituito dalla Scuola di Stresa, il “Trofeo Cedrini”, secondo il quale il miglior alunno del terzo anno di “Sala e Vendita” sarebbe potuto andare a svolgere un’esperienza di gran rilievo in una struttura come questa. Mi ha permesso di capire davvero cosa volessi fare da grande e di appassionarmi a questo lavoro.
- Cosa ti ha spinto ad iscriverti alla nostra “Scuola di Stresa”?
Mi sono iscritto perché mio zio aveva un panificio e a me fin da piccolo, mi piaceva assaporare il profumo del pane al mattino. Perciò mi iscrissi inizialmente con l’idea di fare panificazione e pasticceria, ma poi ho fatto sala e mi sono affezionato a questa professione, la quale mi ha dato molto. Tra l’altro non ho mai fatto cucina nonostante nel mio piccolo, mi piaccia cucinare, ma non opererei mai come cuoco in un ristorante, non fa per me. Preferisco stare in diretto contatto con gli ospiti farli stare bene, far sì che si divertano e far trascorrere esperienze memorabili. Il professor Giovanni Rottoli è stato per me un vero mentore, mi commuove parlare della sua persona, mi è rimasto nel cuore, è come la vela che mi guidava e mi guida tuttora nel mio lavoro, è stato anche e soprattutto grazie a lui se ho iniziato ad amare questa professione. Inoltre, mi ha fatto conoscere persone importanti, come per esempio il signor Molinari citato prima.
- Hai un sogno, una ambizione particolare?
Lavorativamente parlando penso che i sogni non si esauriscano mai, ma forse quello che avevo in mente da quando ho iniziato a fare questo lavoro, posso dire di averlo raggiunto, sono contento per quello che sto facendo e che man mano si sta realizzando. In più mi sto creando una mia famiglia, cercando sempre di riuscire a combinare al meglio la professione con il tempo che si dedica ai propri cari. Infine, penso che aprire un ristorante con un grande chef è stata ed è per me una grande soddisfazione!
- Tre consigli che darebbe ai discenti che vorrebbero intraprendere il tuo percorso professionale:
il primo consiglio che mi sento di dare è: Amare questo lavoro, altrimenti diventa solo pesante e non lo si riesce a fare bene, lavorare divertendosi e avere sempre il sorriso in volto, con esso si va davvero ovunque, si fanno tante cose e l’ospite lo percepisce e gradisce molto.
- Hai un aneddoto simpatico che vorresti condividere? Qualcosa che è accaduto in servizio “troppo incredibile per essere vero”?
Ne ho diversi di aneddoti, qualcuno tra l’altro è accaduto di recente. Per esempio, è successo che una signora durante una cena, è andata in bagno a lavarsi le mani e si è dimenticata alcuni anelli importanti che indossava. Dopo una ventina di minuti si accorse di averli lasciati alla toilet, così tornò a cercarli ma di essi nessuna traccia. Noi dello staff ci siamo subito messi all’opera facendo del nostro meglio, abbiamo anche controllato le telecamere del locale per capire chi fosse andato in bagno in quel preciso periodo di tempo, finchè siamo riusciti a trovare il colpevole, facendo intervenire anche le forse dell’ordine. L’ospite è rimasta molto colpita e grata di questo nostro impegno nella ricerca di alcuni oggetti smarriti molto importanti per lei, questo è per me e il mio team uno degli obiettivi del mio lavoro, ossia quello di far sentire a proprio agio l’ospite , mostrare che ci tieni e che come in queste situazioni si cerca di fare il possibile e soprattutto farli sentire come a casa propria. Un altro aneddoto simpatico che voglio raccontare è quando con il professor Rottoli, io ed i miei compagni di classe abbiamo fatto servizio esterno in una festività tradizionale molto particolare, della quale prima di parteciparvi non ne conoscevo nemmeno l’esistenza, ossia il Mercu Scurot, detto anche il Funerale del Carnevale, eventi che cade il Mercoledì delle Ceneri e si celebra nella città di Borgosesia da ben più di 70 anni. È stato molto divertente in quanto anche noi nonostante fossimo in servizio ci siamo dovuti travestire con abiti molto eleganti e neri, da smoking a frak e durante la giornata abbiamo assistito ad uno dei passi fondamentali della giornata, ossia ad un continuo bere vino da stand a stand con donne e uomini vestiti con questo dress code molto originale. Sicuramente la scuola ti permette anche di vedere delle cose che magari non vedresti per tuo proprio conto.
