L’evoluzione del colore in hotel secondo Francesca Valan

Dopo anni di cromatismi sobri e minimali, anche in hotel è arrivato il momento di un ritorno deciso e convinto del colore. Convinto e libero dai trend, come sottolinea Francesca Valan: “Oggi l’unica tendenza che abbia un senso è dimenticare le tendenze. Superare le mode per scegliere soluzioni senza tempo”. Color designer, docente in diverse università italiane e estere, Francesca Valan è anche tra i fondatori del Gruppo del Colore, associazione italiana per la promozione della cultura del colore. “Le linee suggerite dal contesto. Sia dal punto di vista fisico, cioè dai colori del paesaggio esterno, che da quello culturale, cioè quelli legati alla storia e ai materiali usati nella zona in cui ci si trova. Questa scelta comporta già una grande selezione, perché porta a scartare tutto il resto. Ci sono oggi così tante possibilità in termini di materiali, colori e finiture che è molto difficile scegliere; ispirarsi al paesaggio aiuta a non sbagliare. E non limita le scelte. Se, per esempio il paesaggio esterno suggerisce di usare il verde, si può decidere di usare diversi tipi di verde per caratterizzare accessori o complementi”. Il colore porta con sé connotazioni funzionali ed emotive: “È importantissimo che il progetto del colore in hotel abbia una base funzionale, quindi, che vengano rispettati i contrasti cromatici affinché anche persone ipovedenti, o daltoniche, possano usufruire dei servizi e degli spazi quanto le persone normalmente vedenti. Ma ha un grande peso anche la componente esperienziale, perché oggi in hotel si cerca anche l’esperienza.”

Uno dei rischi dietro l’angolo è quello di sovraccaricare gli ambienti con un eccesso di stimoli, giocando in maniera troppo disinvolta con colori, materiali, finiture, ma anche musiche e profumi. Per Francesca Valan la soluzione è – almeno apparentemente – semplice: darsi dei limiti. “La mia regola è: non più di sette stimoli sensoriali, perché un numero maggiore affatica il cervello”. Questo significa dosare con cura l’uso dei colori, delle finiture, dei suoni, dei profumi per non sovraccaricare lo spazio. Senza dimenticare che l’hotel è un luogo che andrà poi riempito dagli ospiti, che lo vivranno portando ulteriori colori, suoni, movimento: se l’albergo è già pieno di stimoli si rischia un’entropia cromatica. Il nuovo lusso è la sostenibilità e anche questo è un aspetto che gli alberghi non possono più ignorare. Significa fare attenzione al riusare quello che c’è e al rinnovare solo quello che non può essere riutilizzato, pensando che dovrà avere una durata lunga nel tempo. È bello vedere negli alberghi oggetti antichi, che danno un senso di continuità e di sostenibilità, e pezzi nuovi, messi in relazione attraverso il colore. Sostenibilità significa anche usare i materiali del luogo e scegliere la strada dell’autenticità. I falsi devono essere banditi: un finto marmo o un finto legno sono un inganno che finisce per falsificare l’esperienza”.

Il colore è comunicare, veicolare un messaggio, trasmettere un significato. In una struttura alberghiera è perciò fondamentale la scelta dei colori!

 

News tratta da HOTEL DOMANI

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