Hospes incontra il Senatore Armando Siri per la presentazione del suo ultimo libro: ‘DIPENDE DA TE’

Nella suggestiva cornice della veranda sul lago dell’Hotel Milano di Belgirate si è tenuta la presentazione dell’ultimo libro del Senatore della Repubblica Armando Siri “Dipende da te – Pensieri e appunti su una nuova società”. L’evento, organizzato da Hospes, è stato un momento culturale di alto livello, con la sala gremita di ospiti, tra cui Soci Senior, Soci Junior, ma anche amici e simpatizzanti.

Gli ospiti sono stati ben accolti da Aurora, Leila e Riccardo, nostri Soci Junior nonchè studenti dell’Istituto “E. Maggia” di Stresa.

Il Consigliere Alessandro Porrini saluta i convenuti e introduce brevemente l’intervento del Senatore Armando Siri. Alessandro, candidato alle elezioni comunali di Stresa nella lista civica “Grande Stresa” di Canio Di Milia, ripercorrendo gli ultimi due anni di vita dell’associazione, vede questo incontro come l’inaugurazione di una nuova stagione a cui attribuisce un leitmotiv: dopo “Non portatori di pietre, ma costruttori di cattedrali” e “Abracadabra” è arrivato il momento di “Desideri e Visioni”.  Ricorda anche il Codice d’Onore, quelle 10 regole che abbiamo fatto nostre durante gli anni trascorsi da allievi e che continuiamo a trasmettere agli studenti de “La Scuola di Stresa”. I 10 punti del Codice però non sono solo un regolamento interno, ma anche una finestra aperta su quella che dovrebbe essere la realtà sociale al di fuori delle pareti scolastiche.
Alessandro si rivolge a questo punto al Senatore Armando Siri, definendolo “un Amico”, con il quale ha avuto il piacere di fare un percorso formativo molto stimolante in cui ha trovato delle similitudini con il percorso fatto in Hospes perché foriero non già di cambiamenti fasulli, ma reali e con uno sguardo verso qualcosa di nuovo.
L’intervento di Alessandro si chiude con l’augurio che i princìpi del Codice d’Onore non restino più fra le “quattro mura” della scuola, ma che, anche attraverso momenti come la presentazione del libro di questa sera, possano contestualizzarsi in altri ambiti più ampi.
Il Senatore Armando Siri ringrazia Alessandro e esprime grande apprezzamento nei suoi confronti per la passione e per la generosità con le quali si mette a servizio della politica e fa presente quanto sia importante e positivo che un giovane come lui abbia deciso di
“entrare in gioco”. Loda anche l’amore che Alessandro ha per il territorio in cui ha scelto di operare, come non abbia scelto di andare altrove alla ricerca di spazi più stimolanti dove realizzarsi. Gli augura di poter lavorare al meglio e di poter aiutare la cittadinanza, gli imprenditori e le categorie che cercano di dare ricchezza, sviluppo e prospettiva di lavoro in questo territorio.

Ed è dalle parole di Alessandro che comincia “il viaggio semantico”, alla riscoperta delle parole e della loro importanza, attraverso il quale il Senatore Armando Siri cattura l’attenzione dei presenti e li affascina per quasi un’ora.

L’inizio dell’intervento denuncia un preoccupante impoverimento lessicale. Incominciando dalle parole “desiderio” e “abracadabra”, ci fa capire che le parole sono il mezzo, “le dita” – dice lui – “attraverso le quali noi prendiamo ciò che vogliamo e lo portiamo vicino a noi”. Se ci mancano le parole, non possiamo tradurre la realtà che ci circonda. E’ importante scegliere la parola giusta per ottenere ciò che si desidera. Tra i desideri più comuni sicuramente c’è il “potere”: qualunque tipo di “potere”, non solo quello politico. Avere “potere” comporta la consapevolezza dello scopo che si vuole raggiungere, conoscere ciò che si desidera e la capacità di esprimerlo; la volontà che ci guida verso quello scopo è il potere stesso. Viviamo in un mondo dove i desideri sono inibiti; ci è concesso solo di scegliere tra cose che altri hanno desiderato per noi. Dobbiamo tornare come bambini e ricominciare a farci delle domande e a cercare le risposte per ricominciare a desiderare [per riavere il “potere”]. Il Senatore a questo punto ci spiega “la maledizione del – Capirai!”: quando un bambino fa domande a cui l’adulto non sa rispondere, questi risponde “Quando sarai grande, capirai!”. La “maledizione” ha origine dalla parola “capire” che viene dal latino capere – prendere – che significa comprendere/contenere in uno spazio delimitato. Quando rispondiamo ad un bambino “capirai”, gli stiamo dicendo che da grande si adatterà a stare in uno spazio più piccolo di quello adatto a contenerlo e rinuncerà ad essere quello che è per credere di essere quello che è. Fa notare che in inglese “capire” si traduce con understand: under-sotto e stand-stare, sottostare... La società senza capacità di immaginare è una società incapace di desiderare, quindi più povera. Quello sul “potere” è solo uno dei capitoli del libro; il Senatore, partendo sempre dall’etimologia delle parole, si sofferma su altri capitoli, come quello sulla “dinastia” in cui si parla della frustrazione del dover fare un lavoro che non si ama o di non riuscire a trovare un lavoro adatto alle proprie capacità e il malessere generale che ne deriva; la “democrazia” in cui si parla del potere che dovrebbe essere detenuto nelle mani di molti, ma che in realtà si rivela essere esercitato da pochi; il “popolo” in cui in modo provocatorio denuncia la finzione circa la sovranità popolare e la mancanza di responsabilità individuale nei confronti dello stato della società attuale; l’”applauso” gesto con il quale comunemente approviamo ciò che viene detto o fatto ma che in realtà nasconde una sorta di “scarico di responsabilità”.

Il Senatore Armando Siri conclude il suo intervento con la frase scritta nella quarta di copertina: “Solo chi ha il coraggio di disobbedire a se stesso può cambiare il mondo”. Con questa frase ci invita ad assumerci le nostre responsabilità in questa società che potrebbe essere molto interessante, piena di potenzialità, di opportunità che sta noi saper cogliere, perché il cambiamento comincia da noi. Il libro è immediato, si legge tutto di un fiato e semplicemente riporta ai nostri occhi quello che abbiamo smesso di vedere, riporta alla nostra coscienza quello che per comodità e pigrizia abbiamo imparato ad ignorare.

L’incontro è proseguito all’aperto, sul terrazzo dell’albergo, grazie alla splendida ospitalità della Famiglia Mugnai, in cui sono stati allestiti i tavoli per il “Brindisi dell’Arrivederci”; durante l’aperitivo il Senatore Armando Siri si è intrattenuto con gli ospiti, ha firmato autografi e dediche sul suo libro e ha voluto personalmente ringraziare gli studenti Aurora, Leila e Riccardo per il loro prezioso operato. Tra una foto e una dedica ha trovato anche il tempo di rispondere ad un paio di nostre domande:
- Cosa significa disobbedire e a se stessi?
Significa avere il coraggio di cambiare; di accorgersi che dobbiamo modificare la rotta, uscire dalla nostra “zona di confort” e ricominciare a fare domande e cercare risposte per uscire dal torpore, dallo stato di sopravvivenza in cui ci troviamo.
- Ha mai disobbedito a se stesso?
Continuamente! Perché una parte di noi ci spinge sempre verso le scelte più facili, più comode, verso l’ignoranza dei propri desideri. Non basta divenire consapevoli, bisogna continuamente scegliere di esserlo e agire di conseguenza.

Si congeda da noi con un sorriso e molti ringraziamenti, che noi ricambiamo; è stato un appuntamento insolito, molto emozionante e sicuramente all’insegna di “Desideri e Visioni”.

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